Dal castello Pasquini al Teatro Solvay: “traslocano” I Giganti della montagna (Fortebraccio Teatro) e Amore (Scimone Sframeli)per inagibilità della tensostruttura
Si anticipa a mercoledì 30 marzo – ore 21.15 e si sposta al Teatro Solvay – Rosignano Solvay (LI) lo spettacolo della compagnia Fortebraccio teatro I GIGANTI DELLA MONTAGNA di Luigi Pirandello, adattamento e regia Roberto Latini con Roberto Latini e musiche e i suoni di Gianluca Misiti, grazie alle quali quest’anno si è aggiudicato il prestigioso Premio Ubu. Armunia, che organizza la stagione teatrale al Castello Pasquini di Castiglioncello (LI, si è vista costretta a spostare al Teatro Solvay lo spettacolo per la momentanea inagibilità della tensostruttura nel parco del Castello Pasquini, che a causa del maltempo ha subito danni strutturali. Stessa sorte toccherà anche all’altro spettacolo: Amore, della compagnia Scimone Sframeli, che sabato 30 aprile alle 21,15, “traslocherà” dal Pasquini al Solvay. Accolto dalla critica e dal pubblico come uno degli spettacoli più belli e suggestivi di questa stagione teatrale italiana, acclamato come un vero “capolavoro” di rara intensità e acume I giganti della Montagna è il terzo dei miti moderni di Pirandello. Dopo il religioso (Lazzaro) e il sociale (La Nuova Colonia), I Giganti della Montagna è il mito dell’arte. Rappresentato postumo nel 1937, è l’ultimo dei capolavori pirandelliani ed è incompleto per la morte dell’autore. La vicenda è quella di una compagnia di attori che giunge nelle sue peregrinazioni in un tempo e luogo indeterminati: al limite, fra la favola e la realtà, alla Villa detta “la Scalogna”. “Non aggiungerò parole alla trama, ma voglio dire di altre possibilità che vorrei assecondare.- racconta Roberto Latini, premio Ubu come miglior attore – Sono sempre stato molto affascinato per il non finito, non concluso. Ho sempre avuto una grandissima attrazione per i testi cosiddetti incompiuti. Mi sembrano da sempre così giusti rispetto al teatro. L’incompiutezza è per la letteratura, per il teatro è qualcosa di ontologico. Trovo perfetto per Pirandello e per il Novecento che il lascito ultimo di un autore così fondamentale per il contemporaneo sia senza conclusione. Senza definizione. Senza punto e senza il sipario di quando c’è scritto – cala la tela. I Giganti della Montagna- prosegue Latini- è un testo che penso si possa permettere ormai il lusso di destinarsi ad altro possibile. Dopo le bellissime messe in scena che grandissimi registi e attori del nostro Teatro recente e contemporaneo ci hanno già regalato, penso ci sia l’occasione di non resistere ad altre tentazioni. Provarci, almeno.” Lo spettacolo che è una produzione Fortebraccio Teatro in collaborazione con Armunia Festival Costa degli Etruschi, Festival Orizzonti . Fondazione Orizzonti d’Arte Emilia Romagna Teatro Fondazione si avvale inoltre delle luci e direzione tecnica di Max Mugnai, video di Barbara Weigel con la realizzazione degli elementi di scena di Silvano Santinelli e Luca Baldini.