NOTIZIE STRAORDINARIE DA UN ALTRO PIANETA. Azione teatrale per macchine da guerra, di Antonio Panzuto E Alessandro Tognon, va in scena domenica 31 gennaio, alle ore 16,15 a castello Pasquini di Castiglioncello, nell’ambito della rassegna dedicata alle famiglie da Armunia. Lo spettacolo si presenta come un luogo bianco, dolcemente sconnesso, che può sembrare un lago di sale, o una valle lunare, niente alberi, nessun animale. Una luce bianca, diffusa, potente, invariata, totale. Nessuna traccia di umani. Molte macchine, dalle forme che ricordano vagamente coleotteri, animali da cortile, cani, leopardi, ma anche missili, camion, blindati, cannoni, perlustrano questo deserto, sembrano cercare qualcosa o qualcuno, sono inquiete come animali che sentono il tempo, ma poi rumorosamente si schierano in posizioni da combattimento, si spostano in colonna, si ritirano, o procedono all’attacco. Attendono. Spostano avanguardie. Accellerano. Movimenti prima o dopo la guerra. Ad un primo sguardo sembrano grandi giocattoli, costruiti con materiali di scarto di moto, di auto, di biciclette, di computer, di radio, di radar. Sono macchine da guerra, rumorose come i motori aggressivi e ruggenti dei carri armati. Hanno movimenti lenti e costanti, ma improvvise impennate, di cavalli di ferro imbizzarriti. Sembrano progettate fondendo lamiere, ruote, motori, fari, con code e zampe e istinti animali, eppure rivelano indifferenze e potenzialità di violenza dal sapore umano. Qualcuno, muove le macchine, con semplici corde, come un gioco antico, che si può solo ripetere, all’infinito, niente di umano appare durante l’azione, non una voce, nessuna traccia di corpi. Solo parole appaiono nel grande fondale, che potrebbe essere considerato come le pagine di un diario, o il monitor di un computer di un’adolescente come tanti altri di tutto il mondo, con l’unica differenza di essere nato in Kosovo, in Algeria, in Etiopia, in Siria, in Kurdistan…
Sono pensieri, o frammenti di pensieri, scritti nella notte, sotto i bombardamenti, scanditi dalle poesie d’amore o dai piccoli fatti della vita quotidiana, dall’orrore del sangue, dalle deportazioni, dallo sradicamento dalla propria terra. Lo spettacolo /installazione, prodotta nel 1999, è stata suggerita dagli eventi della guerra nei Balcani. Ha fatto parte di un progetto di Emilia Romagna Teatro (ERT) a Belgrado nel 2004 e ha vinto il 1° Premio al Festival di Teatro di Figura di Belgrado. Viene ora riproposta in occasione del centenario della Grande Guerra.
ANTONIO PANZUTO, architetto, pittore, scenografo, scultore e clown (ha frequentato a Parigi l’Ecole Nationale du Cirque diretta da Annie Fratellini). Antonio Panzuto inventa originali spettacoli con oggetti, macchine, sculture e pitture di assemblaggio con motori o oggetti di scarto, con pezzi di ferro saldati, incollati, accostati apparentemente a caso, inchiodati con vecchie tavole, dipinte a pennellate larghe e incostanti. Nelle sue scenografie crea ambienti nei quali l’arte visiva scommette su come possa diventare scena, luogo di luce e di movimento creando particolari ambienti, set cinematografici sul palcoscenico e realizzando un particolare uso della video animazione. Al termine dello spettacolo sarà offerta una merenda ai piccoli spettatori.